Cantautore attivo da un ventennio e nuovo vicecommissario di Terra Santa della Puglia: fra Gianni Mastromarino ci racconta la sua vocazione religiosa e artistica.
La musica è presente nella sua vita e, dopo essere diventato frate minore nel 1995, è diventata una dimensione imprescidibile della sua vita religiosa. Fra Gianni Mastromarino, frate pugliese, ci racconta da Capurso (Ba) presso la basilica della Madonna del Pozzo, un santuario mariano molto frequentato ove risiede, la sua storia e i suoi progetti. «Quando mi fu chiesto di comporre l’inno di una Marcia francescana ho capito che anche nella mia vita religiosa non potevo liberarmi della musica, che sarebbe stata una compagna di viaggio», racconta. Nel 2001 è uscito il suo primo album “E gioia sarà”. Ai lavori discografici ha sempre affiancato l’arte figurativa, attraverso il disegno, la grafica e la fotografia, con il coinvolgimento di amici professionisti.
L’ultimo lavoro è un disco dedicato alla Terra Santa. Da dove nasce? «Dalla voglia di fare musica. E, anche se è un periodo difficile per farsi conoscere nel mercato musicale, c’è un motivo più profondo: fare in modo che attraverso la musica si possa aiutare chi è nel bisogno in Terra Santa in un momento tristissimo come questo. Nel mio repertorio ci sono tanti brani che riguardano la Sacra Scrittura, che sono ispirati da quei luoghi e che ho voluto raccogliere”.
Il legame di fra Gianni con la Terra Santa è profondo, e si è rafforzato con la nomina a vicecommissario di Terra Santa per la Provincia pugliese, ricevuta a fine maggio. «Sono stato la prima volta in quei luoghi subito dopo la seconda intifada (2000-2004, ndr) – racconta -. Poi ci sono tornato ripetutamente. Volta per volta me ne sono innamorato, mi sono sentito coinvolto, sia ovviamente per i significati religiosi, ma anche umanamente, per i colori, i sapori, i suoni…. Lo si può definire il centro del mondo perché lì tutta l’umanità si incontra». Con fra Pio D’Andola con cui ha vissuto nello stesso convento per dieci anni, c’è un legame fraterno, nonostante la differenza di età. «Anche lui mi ha trasmesso questa passione. Ha fatto della sua vita un’offerta per i Luoghi di Gesù. È stata una sorta di “trasfusione”, è contagioso nel comunicare l’amore per la Terra Santa. Stare con lui mi ha permesso di avere un collegamento costante con i Luoghi Santi».
Fra Gianni ha collaborato negli anni con artisti molto affermati, come il regista Sergio Rubini, suo amico di vecchia data, e il pianista jazz Michele Fazio, che ha contribuito a Terra Santa Songs Collection. Un brano musicale cui è particolarmente legato? «Riguarda proprio questo progetto: Il melograno abbatte il muro, che parla della realtà di Gerusalemme e della Terra Santa – ci racconta-. L’ho scritto pensando a quel muro che divide questi due popoli e che crea un limite invalicabile. La radicalizzazione visibile. Un brano che è venuto fuori di getto, dopo un pellegrinaggio. Ha una sonorità particolare, che ricorda quelle di fine anni Settanta, ma è energico, nonostante il ritmo sia scanzonato. Pieno di energia e buon senso».
(ECO DI TERRA SANTA – settembre-ottobre 2024)